Arte e Cultura

Palermo è meglio visitarla durante i giorni feriali. Il centro storico di Palermo è uno dei più grandi d'Europa. Niente paura. La conformazione urbanistica della città è eccellente. Il centro è tutto in pianura ed è diviso in quattro mandamenti il cui fulcro sono i Quattro canti ovvero Piazza Vigliena. Lungo gli assi di Corso Vittorio Emanuele e via Maqueda sono collocati i maggiori siti culturali da visitare.

La Cattedrale

Chiesa

Quando il 10 Gennaio del 1072 Roberto il Guiscardo e suo fratello Ruggero D'Altavilla fecero il loro ingresso a Palermo, dopo aver sconfitto gli Arabi e riconsegnato la Sicilia alla Cristianità, gli si fece incontro un anonimo prelato vissuto fino a quel momento in clandestinità. Era il Vescovo di Palermo e la sua sede era una vecchia Basilica paleocristiana, sulle cui rovine i Normanni edificarono nel 1185 la nuova Cattedrale, che divenne il centro della fede restaurata. Il fascino architettonico della Cattedrale di Palermo è tutto all'esterno, con le sue inestricabili guglie, torri, cupole, i bassorilievi della facciata laterale d'ingresso e gli absidi di stile arabo. L'interno, invece, è stato rimaneggiato più volte nel corso dei secoli, ed ha perso un po' del suo fascino medievale ma conserva l'altare maggiore rifinito in marmo, bronzo e pietre dure e i resti della Tribuna realizzata da Antonello Gagini. Inoltre, conserva le spoglie di Santa Rosalia e quelle ancora oggi venerate dalle popolazioni germaniche dell'Imperatore Federico II, Stupor Mundi, di suo padre Enrico VI, di sua madre Costanza D'Altavilla, della moglie Costanza D'Aragona e di suo nonno materno Ruggero II. Chiese.


Cappella Palatina

Chiesa

Sorge, completamente inglobata, al primo piano del Palazzo Reale o dei Normanni. È dedicata a San Pietro Apostolo e fu edificata per volere del Re Ruggero II nel 1140. La Cappella Palatina è l’esempio più elevato dal punto di vista storico-artistico, della convivenza tra culture, religioni e modi di pensare apparentemente inconciliabili tra loro. La sapiente gestione del potere di Ruggero II e il coinvolgimento delle maestranze bizantine, musulmane e latine, dettero alla luce il monumento nato per sintetizzare le necessità liturgiche del rito latino e di quello greco, e per ricordare le tre religioni monoteiste, ebraica, cristiana e musulmana. La Cappella Palatina è nata come Oratorio privato della Famiglia Reale, quindi, sono molto pregisti i Mosaici con i quali è decorata e il Cristo Pantocratore. Di notevole incanto è il soffitto ligneo, realizzato dalle maestranze arabe con la tecnica a muqarnas, che sovrasta la navata centrale. Il soffitto contiene l'unico esempio al mondo di decorazioni pittoriche islamiche con rappresentazioni di figure umane, all’interno di un luogo di culto.


Chiesa della Martorana

Chiesa

La Chiesa fa parte dell'Eparchia di Piana degli Albanesi, infatti, vi si svolge il rito Ortodosso ma fu fondata prima dell'esodo dei Greci dall'Albania in seguito alle conquiste Turche di quelle terre nel XV sec. Il suo fondatore, il Grand'Ammiraglio al servizio di Re Ruggero II Giorgio D'Antiochia, era siriaco di fede Ortodossa. Fu edificata vicino il monastero Benedettino fondato dalla nobildonna Eloisa Martorana e da lei ha preso il nome, nonostante la Chiesa sia ricordata come Santa Maria dell'Ammiraglio e dedicata a San Nicolò dei Greci. L'edificio del 1143, custodisce i Mosaici bizantini più antichi di Sicilia realizzati dalle maestranze greche, le quali raffigurarono l'incoronazione di Re Ruggero II, il fondatore del Regno di Sicilia, con il Cristo nell'atto di porre la corona sul suo capo. La Cupola è invece decorata con il Cristo Pantocratore.


Oratorio di San Mercurio

Chiesa

L'attuale oratorio di San Mercurio è l'unico esistente dei tre che erano posseduti dall'antica compagnia della Madonna della Consolazione in San Mercurio, fondata nel 1572. Intorno al 1678 vi lavora Giacomo Serpotta (1656-1732). Questa è dunque una delle prime opere e forse la più impegnativa di un giovanissimo Giacomo, il quale vi annuncia i temi principali della sua produzione. Nell'antioratorio si notano i due piccoli portali d'accesso che mostrano mascheroni e scudi, quasi animati da una vitalità propria. E tra questi un piccolo draghetto sembra affacciarsi con un ghigno beffardo e lunghi artigli al di sotto della corona che ricorda il titolare dell'oratorio. I putti ai suoi lati non hanno ancora le perfette proporzioni che assumeranno in seguito ma tendono, insieme agli altri elementi decorativi, a quella raffinatezza formale che segnerà da lì in poi tutte le opere di Giacomo Serpotta.


Teatro Massimo

Teatro

Soltanto nel 1897, 22 anni dopo la posa della prima pietra, il Teatro Massimo , il più grande d'Italia, il terzo in Europa dopo l'Opéra National di Parigi e lo Staatsoper di Vienna, apri le porte alla città. L'imponente edificio progettato da G.B.F.Basile, e completato da suo figlio Giovanni, presenta uno stile mutuato dall'architettura classica, greca e romana. L'ingresso è caratterizzato da un pronao corinzio esastilo elevato su una monumentale scalinata, ai lati della quale sono posti due leoni bronzei con le allegorie della Tragedia e della Lirica. Sono da vedere il soffitto mobile della platea, ideato per consentirne l'areazione, e la sala pompeiana contraddistinta da uno speciale effetto acustico.


Mercato Vucciria

Mercato

Il nome di questo mercato deriva dalla parola Bucceria, tratto dal francese boucherie, che significa macelleria. Il mercato era infatti inizialmente destinato al macello (e in epoca angioina ne sorgeva uno) e alla vendita delle carni. Successivamente divenne un mercato per la vendita del pesce, della frutta e della verdura. Anticamente era chiamato "la Bucciria grande" per distinguerlo dai mercati minori. "Vuccirìa" in siciliano significa "Confusione". Oggi, la confusione delle voci che si accavallano e delle grida dei venditori (le abbanniati) è uno degli elementi che, maggiormente, caratterizza questo mercato palermitano.


Mercato Ballaro

Mercato

Il mercato, permanente, si estende da Piazza Casa Professa ai bastioni di corso Tukory verso Porta Sant'Agata. Il mercato è famoso per la vendita delle primizie che provengono dalle campagne del palermitano. Ballarò è il più antico tra i mercati della città[senza fonte], frequentato giornalmente da centinaia di persone, animato dalle cosiddette abbanniate, cioè dai chiassosi richiami dei venditori che, con il loro caratteristico e colorito accento locale, cercano di attirare l'interesse dei passanti. Si presenta come un ammasso di bancarelle assiepate e con la strada invasa dalle cassette di legno che contengono la merce che viene continuamente urlata, abbanniata, cantilenata per reclamizzare la buona qualità e il buon prezzo dei prodotti. Ballarò è un mercato principalmente alimentare, adibito soprattutto alla vendita di frutta, ortaggi, verdure, carne e pesce, ma si trovano anche articoli di uso domestico per la cucina e pulizia della casa, come nei mercati del Capo e della Vucciria.


Mercato Capo

Mercato

Il Capo è un antico e noto quartiere del centro storico di Palermo; con lo stesso termine i palermitani indicano indifferentemente anche il mercato che vi si tiene e con cui il quartiere si identifica. Il mercato del Capo, è un importante punto di smercio agroalimentare al dettaglio. È un animatissimo e caratteristico, addirittura folkloristico, mercato alimentare; i colori, le urla (i vuci) dei venditori, l'animazione delle bancarelle ne fanno un elemento essenziale del carattere della città di Palermo. È un mercato attivo tutti i giorni, dando la possibilità di acquistare sia generi alimentari sia altre mercanzie. Si estende lungo le via Carini e Beati Paoli, la via di Sant'Agostino e la via Cappuccinelle.